Ho appena finito di leggere questo libro. Uno squarcio nei ricordi sopiti del mio recente passato. Nomi e fatti dimenticati. Fatti di faide, di pastori e pascoli. Fatti dimenticati perché negati, negati anche dallo stato e da chi aveva il dovere di non dimenticarli. Fatti che non sono solo fatti, frammenti, granelli di sabbia ma soprattutto elementi di un unico grande disegno, frammenti di un grande puzzle, granelli di sabbia che insieme formano una intera spiaggia. Il libro parla di mafia. La Mafia del Gargano: “E’ come la favola dello spartano che ha rubato la volpe e la nasconde sotto la tunica. La volpe gli rode lo stomaco, glielo divora, ma lui non fa una piega. Fino ad ucciderlo.
Quella volpe è come la mafia.
Lo spartano è ciascuno di noi, che assiste immobile a tutto quello che accade intorno. Sino a morire“
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